LA BIBBIA E SAN FRANCESCO
di ENZO BIANCHI - L'Osservatore
Romano, 1 ottobre 2014
San
Francesco d’Assisi è stato da subito riconosciuto come “somigliantissimo a
Cristo”, capace lui, simplex et idiota,
di lasciar trasparire dietro il suo volto e il suo agire, l’umanità di Gesù. Ma
da dove nasceva questa somiglianza spirituale, questo diminuire perché Cristo
crescesse nei cuori di chi lo incontrava? Dalla familiarità di Francesco con la
Scrittura, e in particolare con il Vangelo (1), dal suo frequentare assiduamente
e tenere in altissima considerazione i testi biblici: una venerazione che porta
Francesco ad annotare nel Testamento che, se trovate “in luoghi indecenti”,
esse devono essere “raccolte e collocate in luogo decoroso”(2). Tale è la
santità delle Scritture che anche coloro che le spiegano devono essere onorati
“come coloro che ci amministrano lo spirito e la vita”(3).
All'interno
delle Scritture Francesco privilegia il riferimento al NT e in particolare ai
vangeli. Anzi, al Vangelo, che egli nomina rigorosamente sempre e solo al
singolare. Perché nei differenti vangeli è sempre lo stesso Cristo che parla. E
che parla oggi, qui e ora. Frequente è l'espressione sicut dicit Dominus seguita da una citazione evangelica(4), oppure dicit Dominus in evangelio (5) o,
semplicemente, dicit Dominus (6).
Francesco non usa il verbo al passato, perché nel Vangelo il Signore parla
attualmente, parla a Francesco e ai suoi frati nel loro oggi.
Le
indicazioni per la missione rivolte un tempo da Gesù ai discepoli, per Francesco
sono parole che riguardano i frati che partono per la missione “tra i
saraceni”: “Dice il Signore: Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi.
Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe”(Mt 10,16)(7). Nel
Vangelo parla Cristo: il testo biblico, e particolarmente il Vangelo, è
presenza di Cristo. Emerge una concezione sacramentale della Scrittura per cui
si deve “onorare nelle sue parole il Signore che le ha pronunciate”(8).
L'approccio di Francesco alla Scrittura non è intellettuale, non è mosso da
interesse storico, ma coinvolto, partecipe, vitale, teso a dare forma
all'esistenza cristiana. Tanto che possiamo vedere l'intera sua vita di
radicalità cristiana come esegesi del Vangelo, anzi, la possiamo inquadrare tra
la lettura iniziale dei Sinottici e la lettura finale del IV vangelo, quasi a
indicare un percorso e un'evoluzione spirituale che porta Francesco a
privilegiare il vangelo giovanneo.
Tommaso
da Celano narra l'episodio in cui Francesco, dopo aver ascoltato durante la messa
la lettura del brano evangelico presente nei Sinottici relativo al mandato
della predicazione e all'invio dei discepoli in radicale povertà, ha chiesto
spiegazioni del passo al sacerdote e quindi ha esclamato: “Questo voglio,
questo cerco, questo desidero fare con tutto il cuore”(9). Il testo è
interessante anche per la sua dimensione simbolica: la parola di Dio è
consegnata a Francesco dalla Chiesa, in una tradizione che nella liturgia trova
il suo strumento privilegiato, e certamente la liturgia è stata il tramite
fondamentale della conoscenza della Scrittura per Francesco. Un'altra
tradizione narra dell'ingresso di Francesco, insieme a Bernardo, suo primo
seguace, nella chiesa di san Nicolò, dove aprì per tre volte il libro dei
vangeli trovando successivamente le tre espressioni: “Se vuoi essere perfetto,
va', vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri” (Mt 19,21); “Non portate
niente durante il viaggio” (Lc 9,3); “Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se
stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24).
mostrava
che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere
secondo la forma del santo vangelo”(11).
La
“rivelazione” non si riferisce ad alcun fenomeno mistico, ma all'ascolto delle
parole evangeliche che segneranno la forma di radicalità cristiana a cui
Francesco darà vita (12). Ora, se all'inizio della sua vicenda spirituale è
attestata l'importanza dei vangeli Sinottici, alla fine della sua vita è il IV
vangelo che fornisce a Francesco le espressioni più consone al suo sentire
spirituale. In prossimità della sua morte, “mentre i frati versavano amarissime
lacrime ..., si fece portare del pane, lo benedisse, lo spezzò e ne diede da
mangiare un pezzetto a ciascuno. Volle anche il libro dei vangeli e chiese che
gli leggessero il vangelo secondo Giovanni, dal brano che inizia: “'Prima della
festa di Pasqua ...' (Gv 13,1)”(13). La pagina di Gv 13 contiene quella lavanda
dei piedi che è il corrispettivo giovanneo dell'istituzione eucaristica dei
Sinottici ed è il programma della vita fraterna dei seguaci di Francesco:
“Nessuno sia chiamato priore, ma tutti allo stesso modo siano chiamati frati
minori.
E
l'uno lavi i piedi dell'altro”(14). Il passo della Vita seconda sopra citato
indica anche la profonda unità spirituale che Francesco ha sempre sentito e
vissuto tra parola di Dio ed eucaristia. Nella Prima lettera ai custodi egli
afferma che la Scrittura santa dev'essere venerata come il corpo di Cristo: si
veneri “sopra ogni cosa il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù
Cristo e i santi nomi e le parole di lui scritte che consacrano il corpo”(15).
Questa venerazione è rivolta alla presenza del Signore che si manifesta nella
parola stessa del Vangelo. Così in Francesco non troviamo esempi di esegesi
allegorica o tipologica diffusa all'epoca, ma una loro lettura immediata e
pratica. Emerge un criterio di interpretazione caro a Francesco: la Scrittura
la si comprende vivendola.
La
vita è il luogo fondamentale per comprendere la Scrittura. Altro criterio è
l'unità della Scrittura: l'AT e il NT formano un unico corpo: spesso Francesco
unisce una citazione dell'AT a una del NT per mostrare l'unità dei Testamenti e
il compimento dell'Antico nel Nuovo. Altro criterio è quello cristologico.
Nella sua Lettera ai fedeli Francesco dice: “Mi sono proposto di riferire a voi
... le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è la Parola del Padre, e le
parole dello Spirito santo, che sono spirito e vita”(16). Cristo è il Verbum di Dio in cui si condensa tutta
la rivelazione, è colui che si è “abbreviato” con l'incarnazione nel corpo di
Maria, è colui che abbrevia anche, cioè rende essenziali le parole e i comandi
biblici nel comando dell'amore. Tutto questo è noto a Francesco, ma il tema del
Verbum abbreviatum, su cui tanto hanno riflettuto esegeti e teologi
medievali, viene da lui inteso con estrema semplicità come indicazione di
brevità ed essenzialità di parola da parte dei frati, analogamente al Signore
che fece brevi discorsi: egli chiede loro che predichino “con brevità di
discorso, poiché brevi discorsi fece il Signore sulla terra”(17).
La
semplicità dell'uso della Scrittura nasconde in realtà una profonda
intelligenza spirituale e una grande libertà che porta Francesco a legare
insieme passi biblici memorizzati, ad accostarli come in un mosaico o a
tesserli insieme come in un tappeto. Prendere il Vangelo “alla lettera” per
Francesco significa far parlare direttamente la Scrittura, nella coscienza che
le frasi bibliche rivelano il Signore che parla. L'Ammonizione VII è un chiaro
esempio di questo approccio, applicato al versetto di san Paolo: “La lettera
uccide, lo Spirito, invece, dà la vita” (2Cor 3,6). La lettera è l'orgoglio della
conoscenza e del sapere, mentre lo Spirito porta l'uomo a non attribuire a se
stesso il sapere, ma a riferirlo a Dio da cui proviene ogni bene.
NOTE
1) Secondo le Concordantiae verbales curate da Giovanni Boccali, in essi sono
presenti 248 citazioni dell'AT, di cui 172 tratte dai Salmi, e 426 dal NT, di
cui 268 dai vangeli.
2) Testamento 12.
3) Testamento 13.
4) Regola non bollata IV,4; IX,13.
5) Rnb II,14; V,10;
XVI,8.
6) Rnb XVI,1;
XXII,1.
7) Rnb XVI,1-3
8) Lettera a tutto l'Ordine IV,36.
9) Vita prima IX,22.
10) Bonaventura, Leggenda maggiore
III,3.
11) Testamento 14.
12) cf. Rnb I.
13) Tommaso da Celano, Vita seconda
CLXIII,217
14) Rnb VI,3-4
15) Prima lettera ai custodi 2
16) Lettera ai fedeli 3
17) Regola bollata IX,4
18) Tommaso da Celano, Vita seconda
LXXI,105.(Si ringrazia Fra. Ferrari fra. Alessandro Ofm Cap., (Milano) per questo articolo)
Nessun commento:
Posta un commento