lunedì 23 dicembre 2013


C'è una nuova immagine di Dio conosciuta solo a poche persone ... Costoro dicono che Egli è entrato nel nostro mondo (Dio con noi, Mt 1,23), come un bimbo debole, povero, impotente e fragile, ma che ha la forza di dare senso a tuC noi.
Cerchiamo di incontrarlo, sperimentare il suo amore e comunicarlo agli altri ...!
Resteremo aperF all’invito della sua Grazia perché possa benedirci e guidarci...?
Vi Augurimo un Natale ricco di senso e di copiosa Grazia per il Nuovo Anno 2014 

sabato 7 dicembre 2013


Cari Fratelli,

            Siamo nel tempo di Avvento e le letture del Vangelo ci invitano ad essere pronti, vigilanti e in attesa. Prepariamoci, cercando di approfondire il Mistero della Rivelazione di Dio nella realtà umana.
            Vorremmo qui ricordare il pensiero di San Bonaventura sul mistero dell’Incarnazione, alla luce dell'umiltà di Dio.
            L'umiltà di Dio si intreccia con l'Incarnazione. Bonaventura vede l'umiltà di Dio attraverso le parole del Vangelo di Giovanni " il Verbo si fece carne " (Gv 1,14). Contemplando il mistero dell’Incarnazione, Bonaventura dice , Dio si china per abbracciarci nel suo amore.
           
            Potremmo dire che il “cognome” di Dio è: “Mondo” . E il suo “nome” è Amore: o meglio, potremmo dire, “Amore umile” .
            Questa intuizione trova una sorgente, ancora ispirante, in San Francesco per il quale, la principale esperienze di Dio, è la sua “umiltà”.
            Francesco ha incontrato Cristo sulla croce: povero, umile e abbandonato .
            Questa umile presenza è ancora viva in mezzo a noi nell'Eucaristia, e tra i poveri e bisognosi che incontriamo .
            Tutto ciò è evidente nella vita dei santi mistici che hanno colto nell'Amore la ragion d’essere sia per la creazione che per l'Incarnazione.
            Ed è così lampante nell’umiltà di Dio!

                Come concretizzare questo nella nostra realtà ?
           
            Se Dio, nel suo amore per noi, si china, in e attraverso Cristo umile, allora noi che siamo piccole "parole", dobbiamo chinarci nell’amore gli uni verso gli altri e nei confronti di tutta la creazione. Dobbiamo praticare l'umiltà di Dio nel nostro mutevole, complesso e frammentato mondo, tante volte così insensibile. (cf: Ilia Delio, The Humility of God: A Franciscan Perspective, St. Antony Messenger Press, Ohio, 2005, 3-13).
           
            In questo contesto dovremmo anche fare chiarezza dentro di noi riguardo al mondo dei poveri e alle paure che abbiamo a volte nei loro confronti. La meditazione sulla umiltà di Dio può togliere la paura dei poveri e rendermi semplicemente un fratello, che può essere raggiunto dai poveri e dai bisognosi .

                                                  
L'umanità dei poveri e dei bisognosi

            Una delle importanti esperienze personali per capire il mondo dei poveri, è stata per me, la visita a una baraccopoli (case dei poveri), quando facevo teologia.
            C'era un calzolaio, la cui famiglia viveva del reddito del suo lavoro, e aveva quattro figlie, due delle quali mentalmente fragili. Lui, padre di famiglia prese la tubercolosi e, a causa di dissesti economici e per povertà, aveva l'abitudine di venire al nostro convento a chiedere qualche aiuto. Eravamo abituati offrirgli qualcosa per la sua attività. Lui aveva l'abitudine di chiedere solo  quando gli mancava il denaro e di restituirlo quanto prima, appena avrebbe guadagnato abbastanza. Un giorno mentre stavamo distribuendo materiale edile per i poveri, abbiamo pensato a lui, domandandogli quante tegole di cocco aveva bisogno per coprire il tetto, ormai vecchio e danneggiato, della sua capanna. Disse che aveva necessità di 100 tegole. Il fratello, che distribuiva, gliene assegnò 125. Con nostra sorpresa ha tenuto 25 tegole separate e ha preso solo le cento che gli erano necessarie. Gli abbiamo chiesto perché lo ha fatto, la sua risposta fu : “Ho bisogno di sole 100 tegole, le altre  25 appartengono ad altri poveri, saranno utili per altri bisognosi".
La dignità e l'umanità di questo povero uomo erano davvero encomiabili.
Trascorso un po’ di tempo senza incontrarlo, andai a cercarlo e mi venne detto che era molto malato e che era stato ricoverato in un ospedale del governo. I dottori mi dissero che era molto anemico perché non mangiava da molti giorni. Gli chiesi perché non avesse chiesto aiuto e la sua risposta fu : "Non volevo darvi altri problemi, perché già mi state aiutando per la mia azienda, e sono molti quelli che hanno bisogno del vostro aiuto. "

            I poveri ci offrono esempi di saggezza di vita. Essi ci insegnano molte cose che nessuna università potrebbe insegnarci.
            Il vescovo Bruno Forte afferma: “La mia teologia, con la mia esperienza tra i poveri, diventa significativa e semplice. La Chiesa cattolica è piena di potenzialità e ha un buon futuro. E' la potenzialità del Vangelo. Noi dobbiamo stare con i poveri, non con la nostra ideologia, ma con la Parola di Dio” .
Tanto più oggi che siamo costantemente invitati dal nostro Papa Francesco ad andare alla “periferia” e trovare l'umile Dio, presente lì.
            L'amore e l'umiltà di Dio sono capaci di farmi diventare sensibile e semplice .
            Tutti coloro che, con il messaggio di amore di Cristo nei loro cuori hanno incontrato i poveri, si sono rinnovati e hanno iniziato una nuova vita .


Amore di Dio che mi spinge a raggiungere le persone meno gradite.

            "Beati i poveri perché di essi è il regno di Dio".
           
            I poveri non hanno nessuno su cui contare, tranne Dio. Essi sono dipendenti e semplici.
            Cerchiamo di far crescere il nostro interesse per il mondo dei poveri.
            Lasciate che la preoccupazione per loro occupi un po' del nostro tempo. Darà vero senso alla nostra vita e ci renderà più efficaci.
           
            Madre Teresa aveva questa saggezza. In mezzo ai poveri possiamo trovare il Dio nascosto e un significato che nessun altro possesso materiale potrebbe dare .
           
            Alcune persone hanno paura di incontrare i poveri e disprezzano la loro presenza.
            Le persone povere a volte ingannano e manipolano a motivo delle loro necessità e delle lotte per la vita.
            Come uomini di Dio siamo chiamati ad avere una misura speciale di compassione per meglio comprenderli.
            Una volta, un povero era venuto a chiedere nuovamente soldi, con la stessa bugia, e pieno risentimento perchè gli mancava il denaro per sfamare le sue due figlie; e un frate colpì quel povero uomo così duramente sul volto, vicino alle sue orecchie, che quel povero uomo divenne sordo.
            Una crudeltà che si commenta da sola: ma senz’altro anche per assenza di crescita personale e per mancanza di guarigione interiore.

            Siamo chiamati invece a guardare i poveri attraverso gli occhi compassionevoli di Gesù, un’esperienza questa che ci farà scoprire un meraviglioso mondo di significati e di amore.
            Gesù, unito profondamente a Dio Padre, ha una visione chiara sulla realtà della vita e sulla vicinanza ai poveri.
            Il Padre San Francesco ha trovato il senso della sua vita stando più vicino ai poveri,  ai bisognosi e ai lebbrosi che erano alla periferia .

                E ' venuto il nostro turno per fare questo passo e vivere questa esperienza.

            Se qualcuno dice di aver perso vigore e significato nella vita, invìtalo ad andare più vicino ai poveri e ai bisognosi. Ricupererà il senso perduto e lo scopo nella vita . Lasciamo che questo progetto diventi una realtà nella nostra vita .

            Apprezzo il buon lavoro svolto dalla comunità di Sant'Egidio per i poveri e la loro disponibilità a stare vicino ai poveri. E ' incredibile vedere il loro ministero tra i poveri e la facilità con cui si crea amicizia con i bisognosi . Tutte le volte che alcuni nostri fratelli sono andati tra loro sono stati toccati e ispirati . E' una bella esperienza essere con i poveri.
            Proviamo a fare l'esperienza di essere con i poveri e i bisognosi almeno una volta al mese. Sarà sicuramente illuminante per la nostra vita religiosa cappuccina. La ricorderemo e loderemo Dio!


Qualche suggerimento per provare.


Ø  Un buon cappuccino, in tutte i suoi programmi, progetti e feste, nelle sue parole, espressioni e nella preghiera, deve avere considerazione e dare spazio  ai poveri e ai bisognosi. Avere premure per i poveri e i bisognosi è buon indizio di spirito francescano. Ed è anche il modo attraverso il quale poter  incontrare il Dio umile.

Domande:

§  Avete poveri e bisognosi nelle vostre cerchie di amicizia?

§  Avete manifestato l'amore di Dio attraverso il vostro amore, la vostra vicinanza e la vostra generosità?

Con lo Spirito di Dio che agisce in noi, …  proviamo.
Lasciate che la gioia e la benedizione di essere con i poveri e i bisognosi riempi tutti noi durante questo Avvento !
Charles Alphonse & Jaime Rey