martedì 24 aprile 2012

II Settimana della Riconciliazione



Anche questa volta sono giunte da diverse parti del mondo (Italia, Germania, Irlanda, Ungheria, Polonia, Spagna, Libano, Tanzania, Eritrea, Argentina, Perù, Porto Rico, Messico) le adesioni alla II Settimana Internazionale della Riconciliazione.

L'iniziativa, organizzata in fraterna collaborazione dal Segretariato Generale della Formazione dei Frati Minori Cappuccini e dal Santuario san Pio da Pietrelcina di San Giovanni Rotondo, si è svolta dal 13 al 17 febbraio e ha avuto come tema “Il sacramento della Riconciliazione e la Nuova Evangelizzazione”. 

L'argomento è stato approfondito da autorevoli relatori. Per primo è intervenuto mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che ha presentato nel loro rapporto reciproco i due elementi fondamentali del convegno: “Senza l'annuncio della metanoia non si potrà avere coscienza del proprio peccato e senza il sacramento della riconciliazione non si potrà avere un'efficace azione evangelizzatrice capace di far percepire la profondità dell'amore di Dio che giunge fino alla misericordia. Nell'impegno della nuova evangelizzazione, il rinnovamento della pastorale dovrebbe incidere fortemente per riportare a un posto centrale il sacramento della penitenza”. In seguito il tema del convegno è stato affrontato da diverse prospettive. Il Prof. Gerhard Hotze, dell’Istituto di Filosofia e Teologia di Münster in Germania, ha trattato i fondamenti biblici della riconciliazione, precisando inizialmente i diversi concetti della Sacra Scrittura intorno alla conversione e alla penitenza, per sposare poi l'indagine sulle forme rituali con cui essi sono espressi. La Chiesa apostolica, infatti, ha raccolto la memoria della vita di Gesù non solo nella forma di un invito alla conversione, ma anche in una vera e propria forma rituale, che si è consolidata nel sacramento ecclesiale della riconciliazione. Padre Marko Rupnik, direttore del Cento Aletti in Roma e autore dei mosaici che conducono alla tomba di san Pio, ha continuato la riflessione dalla prospettiva teologica: nell'orizzonte della rivelazione, il gesto di evangelizzare non consiste in una imposizione o violenza culturale, ma nell'offerta di una vita. Evangelizzare è portare agli uomini la rivelazione sulla loro identità di figli che Cristo ha reso liberi perché rimanessero liberi. Il mondo non chiede teorie ma vita e la vita che noi siamo chiamati a proporre è quella di Cristo, che perdona i peccati e ci comunica la vita divina del Figlio. In questo percorso i sacerdoti sono chiamati a riscoprire quella paternità/maternità ecclesiale che nasce dall'essere strumento della grazia di Dio, in modo particolare nel sacramento della riconciliazione. Mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati nel nord-est India, ha approfondito il tema del convegno dal punto di vista pastorale. Da strenuo evangelizzatore e promotore della pace tre la numerosissime tribù presenti in India, ha sottolineato che un sacerdote è chiamato a edificare ponti e non muri tra le persone, e come testimonianza personale ha affermato: “Non ho mai incontrato un nemico che non fosse disponibile a diventare amico”.

Attraverso la tavola rotonda, inoltre, si è data anche all’assemblea l’opportunità di interagire e diventare parte attiva nella riflessione. La tavola è stata moderata dal Dott. Aldo Maria Valli, vaticanista del TG1, e vi hanno partecipato dei frati cappuccini qualificati per esprimere, attraverso brevi interventi, la sensibilità e le peculiarità delle varie zone culturali da cui provengono: fra Carlos Novoa, argentino, Definitore generale con particolare attenzione per le circoscrizioni dell’Ordine di lingua spagnola; fra David Songy, frate della Provincia cappuccina Mid-America, attualmente formatore e coordinatore di tutti i formatori cappuccini del Nord America; fra Francesco Neri, Ministro provinciale di Puglia, vice preside della Facoltà teologica pugliese e docente di dogmatica presso l'Istituto teologico S. Fara di Bari.

L'ultimo spunto di riflessione è stato offerto dalla relazione del Dott. Stefano Campanella, direttore di Tele Radio Padre Pio, che ha parlato della testimonianza di evangelizzazione di san Pio nel confessionale. Nelle conclusioni fra Valerio Mauro, frate cappuccino della Provincia Toscana e docente di Sacramentaria presso la Facoltà teologica di Firenze, ha affermato: “Il sacramento della riconciliazione è stato più volte interpretato non tanto come uno specifico rito sacramentale, ma come sigillo di un’azione evangelizzatrice più ampia svolta nella e dalla Chiesa”. Oltre ai momenti di carattere intellettuale, nel convegno si è dato un ampio spazio alla celebrazione della liturgia, in modo particolare dello stesso sacramento della riconciliazione, così da vivere l'esperienza concreta dei contenuti discussi nell'aula.

La liturgia penitenziale è stata presieduta da mons. Piero Marini, Presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali e già Maestro delle Cerimonie pontificie, il quale nella sua omelia ha sottolineato che “nella Chiesa gli atti dei singoli si ripercuotono in qualche modo sull'intero corpo ecclesiale, per cui la Chiesa è sempre bisognosa di purificazione, e sempre deve perseguire lo sforzo di pentimento e di rinnovamento. In questa fatica non dobbiamo dimenticare però che è lo Spirito Santo che ci illumina e indica il cammino di un ritorno a casa, dove ritroviamo la nostra vera identità di figli”.

Infine è stata importante e confortante la presenza del Ministro generale dell'Ordine fra Mauro Jöhri, che ha presieduto il Vespro solenne di apertura, del Reggente della Penitenzieria Apostolica mons. Gianfranco Girotti e dell'Arcivescovo ospitante Mons. Michele Castoro, che hanno presieduto le celebrazioni eucaristiche, e del Vicario generale dell'Ordine, fra Felice Cangelosi che ha portato a termine il convegno con la celebrazione conclusiva.