martedì 6 novembre 2012

Terza Settimana della Riconciliazione

SAN GIOVANNI ROTONDO  Dal 11 al 15 marzo 2013 si svolgerà la “Terza Settimana Internazionale della Riconciliazione” nell'anno 50° dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e avrà per tema: “Credo la remissione dei peccati”. Questo tempo di riflessione e di formazione per i presbiteri, in quest’anno dedicato ad un maggiore approfondimento della nostra fede, vuole spronare a considerare l’articolo del Credo che la Tradizione della Chiesa riferisce al mistero della Misericordia di Dio rigeneratrice e salvifica. L’iniziativa, come ormai è tradizione, è portata avanti in fraterna collaborazione tra il Segretariato Generale della Formazione ed il Santuario di S. Pio da Pietrelcina e quest’anno vedrà la partecipazione speciale dei maggiori esponenti della Penitenzieria apostolica, della Congregazione per il Clero, oltre che la voce di una teologa laica ed una tavola rotonda di giornalisti e laici che ci diranno la recezione dell’articolo di fede nella cultura di oggi. Per la tua conoscenza e per invitarti a partecipare, assieme a tutti coloro a cui comunicherai l’invito, puoi consultare il programma della Settimana e scaricare il depliant con il modulo di iscrizione cliccando qui: programma. Mentre se vuoi consultare le edizioni precedenti puoi cliccare qui: I Settimana (2011)  II Settimana (2012)

sabato 28 luglio 2012

Stimoli bibliografici


  • Luciano Manicardi, La vita religiosa radici e futuro. (Problemi di vita religiosa), EDB 2012 
Quale futuro per la vita consacrata? Come rinnovarla? «La crisi non impedisce il futuro, ma ne è spesso la condizione, spesso è la fucina che lo prepara affinando, bruciando, purificando, eliminando...» (dall'Introduzione). Le pagine proposte dall'autore intendono cogliere l'attuale crisi della vita consacrata come appello e come possibilità. Sull'esempio e sul fondamento della vita e della pratica di umanità di Gesù, di cui testimoniano i Vangeli, la vita religiosa è chiamata a essere anzitutto una vita umana e umanizzata all'interno delle strutture antropologiche del celibato e della vita comune. Emerge qui l'importanza delle dinamiche relazionali, della comunicazione e dell'autorità nella vita comunitaria per caratterizzare la qualità umana ed evangelica della vita religiosa. Questi alcuni dei nodi affrontati dall'autore disegnando un percorso di semplificazione e di essenzializzazione che la vita religiosa è chiamata a intraprendere.

  • Lécrivain, Philippe, Vita religiosa in tempo di crisi: un rischio e un'opportunità, EDB 2012 
La vita consacrata è un modo di vivere il Vangelo sulla scia di un fondatore. Partendo da questi due riferimenti - Vangelo e mandato del fondatore - l'autore ricostruisce come e con quali intenti sono emersi, lungo la storia del cristianesimo, i tratti tipici che caratterizzano la vita monastica e religiosa. Individua le ragioni teologiche e storiche che hanno prodotto i grandi modelli, spirituali e giuridici, che così fortemente hanno caratterizzato il cattolicesimo occidentale. Colloca, infine, questi modelli nella crisi presente, per individuare motivi di attenzione, ragioni di speranza, prospettive su cui costruire. Egli giunge quindi a concludere che la vita religiosa, così come lo stesso cristianesimo, non è in crisi a motivo della nequizia dei tempi, ma perché, chiamata a superare se stessa per ritrovare le grandi intuizioni fondatrici, fatica a conformarsi a Cristo in modo nuovo nella forza dello Spirito. Vera e propria teologia fondamentale della vita consacrata, il volume costituisce un punto di riferimento nel ripensamento di quest'ultima per l'oggi e guardando al futuro.

  • Cozza, Rino, Voglia di vita evangelica. Nuovi modelli di vita religiosa, EDB 2012 
La vita consacrata fatica a pensarsi e proporsi in modo nuovo, soprattutto in Occidente. Ma essa rimarrà viva solo se saprà non farsi paralizzare da un'identità predefinita, se saprà rispondere alle aspettative dell'attuale società, che dai consacrati si attende di vedere il riflesso concreto dell'amore di Cristo per ogni persona e della sua attitudine guarente, attraverso forme che portino anche pienezza di umanità. Il volume non si ferma all'analisi e alla denuncia, ma aiuta ad aprire il cuore alla speranza, indicando nuovi cammini possibili, segnalando in particolare alcune scelte: vera e profonda attenzione ai segni dei tempi, condivisione carismatica con i laici e fraternità che si fanno carico di una nuova uguaglianza e di una nuova libertà, fuoriuscita dalle solite prassi istituzionali di governo e di amministrazione.

giovedì 31 maggio 2012

Formazione nei luoghi che parlano



“È stata per me un'esperienza nuova del Dio vivo e vero” – affermano i partecipanti del corso di formazione di lingua portoghese che si è svolto dal 10 al 31 maggio 2012. Trentuno i frati che vi hanno partecipato provenienti dal Portogallo, Timor Est, Paraguay e Brasile (Bahia-Sergipe, Paranà-Santa Catarina, Maranhão-Pará-Amapá, Cearà-Piauí, San Paolo, Brasil Oeste, Brasil Central, Rio Grande do Sul, Nordeste do Brasil). I partecipanti, dopo l'introduzione teorica e residenziale tenuta a Frascati, hanno visitato in pellegrinaggio, i luoghi francescani e cappuccini: Assisi e dintorni, Camerino e San Giovanni Rotondo. Da questa esperienza sono emerse tante considerazioni, domande, propositi e preghiere.
“In questi luoghi anche le pietre parlano e San Francesco mi ha insegnato a vivere sia i momenti difficili che quelli belli della vita”; “Il modo di vita di Francesco e dei primi cappuccini mi sfidano a trovare nell’oggi il mio posto per essere autentico nella mia vocazione e dare testimonianza del carisma francescano-cappuccino”; “Se non mi abbevero alla fonte il mio lavoro non può dare frutto; “Ho imparato quanto è bello essere cappuccino!”; “Grazie Signore di tutto, grazie!”.
Il corso si e concluso con l’incontro con il Ministro generale e con la partecipazione all’Udienza generale del mercoledì con papa Benedetto XVI.

martedì 24 aprile 2012

II Settimana della Riconciliazione



Anche questa volta sono giunte da diverse parti del mondo (Italia, Germania, Irlanda, Ungheria, Polonia, Spagna, Libano, Tanzania, Eritrea, Argentina, Perù, Porto Rico, Messico) le adesioni alla II Settimana Internazionale della Riconciliazione.

L'iniziativa, organizzata in fraterna collaborazione dal Segretariato Generale della Formazione dei Frati Minori Cappuccini e dal Santuario san Pio da Pietrelcina di San Giovanni Rotondo, si è svolta dal 13 al 17 febbraio e ha avuto come tema “Il sacramento della Riconciliazione e la Nuova Evangelizzazione”. 

L'argomento è stato approfondito da autorevoli relatori. Per primo è intervenuto mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che ha presentato nel loro rapporto reciproco i due elementi fondamentali del convegno: “Senza l'annuncio della metanoia non si potrà avere coscienza del proprio peccato e senza il sacramento della riconciliazione non si potrà avere un'efficace azione evangelizzatrice capace di far percepire la profondità dell'amore di Dio che giunge fino alla misericordia. Nell'impegno della nuova evangelizzazione, il rinnovamento della pastorale dovrebbe incidere fortemente per riportare a un posto centrale il sacramento della penitenza”. In seguito il tema del convegno è stato affrontato da diverse prospettive. Il Prof. Gerhard Hotze, dell’Istituto di Filosofia e Teologia di Münster in Germania, ha trattato i fondamenti biblici della riconciliazione, precisando inizialmente i diversi concetti della Sacra Scrittura intorno alla conversione e alla penitenza, per sposare poi l'indagine sulle forme rituali con cui essi sono espressi. La Chiesa apostolica, infatti, ha raccolto la memoria della vita di Gesù non solo nella forma di un invito alla conversione, ma anche in una vera e propria forma rituale, che si è consolidata nel sacramento ecclesiale della riconciliazione. Padre Marko Rupnik, direttore del Cento Aletti in Roma e autore dei mosaici che conducono alla tomba di san Pio, ha continuato la riflessione dalla prospettiva teologica: nell'orizzonte della rivelazione, il gesto di evangelizzare non consiste in una imposizione o violenza culturale, ma nell'offerta di una vita. Evangelizzare è portare agli uomini la rivelazione sulla loro identità di figli che Cristo ha reso liberi perché rimanessero liberi. Il mondo non chiede teorie ma vita e la vita che noi siamo chiamati a proporre è quella di Cristo, che perdona i peccati e ci comunica la vita divina del Figlio. In questo percorso i sacerdoti sono chiamati a riscoprire quella paternità/maternità ecclesiale che nasce dall'essere strumento della grazia di Dio, in modo particolare nel sacramento della riconciliazione. Mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati nel nord-est India, ha approfondito il tema del convegno dal punto di vista pastorale. Da strenuo evangelizzatore e promotore della pace tre la numerosissime tribù presenti in India, ha sottolineato che un sacerdote è chiamato a edificare ponti e non muri tra le persone, e come testimonianza personale ha affermato: “Non ho mai incontrato un nemico che non fosse disponibile a diventare amico”.

Attraverso la tavola rotonda, inoltre, si è data anche all’assemblea l’opportunità di interagire e diventare parte attiva nella riflessione. La tavola è stata moderata dal Dott. Aldo Maria Valli, vaticanista del TG1, e vi hanno partecipato dei frati cappuccini qualificati per esprimere, attraverso brevi interventi, la sensibilità e le peculiarità delle varie zone culturali da cui provengono: fra Carlos Novoa, argentino, Definitore generale con particolare attenzione per le circoscrizioni dell’Ordine di lingua spagnola; fra David Songy, frate della Provincia cappuccina Mid-America, attualmente formatore e coordinatore di tutti i formatori cappuccini del Nord America; fra Francesco Neri, Ministro provinciale di Puglia, vice preside della Facoltà teologica pugliese e docente di dogmatica presso l'Istituto teologico S. Fara di Bari.

L'ultimo spunto di riflessione è stato offerto dalla relazione del Dott. Stefano Campanella, direttore di Tele Radio Padre Pio, che ha parlato della testimonianza di evangelizzazione di san Pio nel confessionale. Nelle conclusioni fra Valerio Mauro, frate cappuccino della Provincia Toscana e docente di Sacramentaria presso la Facoltà teologica di Firenze, ha affermato: “Il sacramento della riconciliazione è stato più volte interpretato non tanto come uno specifico rito sacramentale, ma come sigillo di un’azione evangelizzatrice più ampia svolta nella e dalla Chiesa”. Oltre ai momenti di carattere intellettuale, nel convegno si è dato un ampio spazio alla celebrazione della liturgia, in modo particolare dello stesso sacramento della riconciliazione, così da vivere l'esperienza concreta dei contenuti discussi nell'aula.

La liturgia penitenziale è stata presieduta da mons. Piero Marini, Presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali e già Maestro delle Cerimonie pontificie, il quale nella sua omelia ha sottolineato che “nella Chiesa gli atti dei singoli si ripercuotono in qualche modo sull'intero corpo ecclesiale, per cui la Chiesa è sempre bisognosa di purificazione, e sempre deve perseguire lo sforzo di pentimento e di rinnovamento. In questa fatica non dobbiamo dimenticare però che è lo Spirito Santo che ci illumina e indica il cammino di un ritorno a casa, dove ritroviamo la nostra vera identità di figli”.

Infine è stata importante e confortante la presenza del Ministro generale dell'Ordine fra Mauro Jöhri, che ha presieduto il Vespro solenne di apertura, del Reggente della Penitenzieria Apostolica mons. Gianfranco Girotti e dell'Arcivescovo ospitante Mons. Michele Castoro, che hanno presieduto le celebrazioni eucaristiche, e del Vicario generale dell'Ordine, fra Felice Cangelosi che ha portato a termine il convegno con la celebrazione conclusiva.