lunedì 23 dicembre 2013


C'è una nuova immagine di Dio conosciuta solo a poche persone ... Costoro dicono che Egli è entrato nel nostro mondo (Dio con noi, Mt 1,23), come un bimbo debole, povero, impotente e fragile, ma che ha la forza di dare senso a tuC noi.
Cerchiamo di incontrarlo, sperimentare il suo amore e comunicarlo agli altri ...!
Resteremo aperF all’invito della sua Grazia perché possa benedirci e guidarci...?
Vi Augurimo un Natale ricco di senso e di copiosa Grazia per il Nuovo Anno 2014 

sabato 7 dicembre 2013


Cari Fratelli,

            Siamo nel tempo di Avvento e le letture del Vangelo ci invitano ad essere pronti, vigilanti e in attesa. Prepariamoci, cercando di approfondire il Mistero della Rivelazione di Dio nella realtà umana.
            Vorremmo qui ricordare il pensiero di San Bonaventura sul mistero dell’Incarnazione, alla luce dell'umiltà di Dio.
            L'umiltà di Dio si intreccia con l'Incarnazione. Bonaventura vede l'umiltà di Dio attraverso le parole del Vangelo di Giovanni " il Verbo si fece carne " (Gv 1,14). Contemplando il mistero dell’Incarnazione, Bonaventura dice , Dio si china per abbracciarci nel suo amore.
           
            Potremmo dire che il “cognome” di Dio è: “Mondo” . E il suo “nome” è Amore: o meglio, potremmo dire, “Amore umile” .
            Questa intuizione trova una sorgente, ancora ispirante, in San Francesco per il quale, la principale esperienze di Dio, è la sua “umiltà”.
            Francesco ha incontrato Cristo sulla croce: povero, umile e abbandonato .
            Questa umile presenza è ancora viva in mezzo a noi nell'Eucaristia, e tra i poveri e bisognosi che incontriamo .
            Tutto ciò è evidente nella vita dei santi mistici che hanno colto nell'Amore la ragion d’essere sia per la creazione che per l'Incarnazione.
            Ed è così lampante nell’umiltà di Dio!

                Come concretizzare questo nella nostra realtà ?
           
            Se Dio, nel suo amore per noi, si china, in e attraverso Cristo umile, allora noi che siamo piccole "parole", dobbiamo chinarci nell’amore gli uni verso gli altri e nei confronti di tutta la creazione. Dobbiamo praticare l'umiltà di Dio nel nostro mutevole, complesso e frammentato mondo, tante volte così insensibile. (cf: Ilia Delio, The Humility of God: A Franciscan Perspective, St. Antony Messenger Press, Ohio, 2005, 3-13).
           
            In questo contesto dovremmo anche fare chiarezza dentro di noi riguardo al mondo dei poveri e alle paure che abbiamo a volte nei loro confronti. La meditazione sulla umiltà di Dio può togliere la paura dei poveri e rendermi semplicemente un fratello, che può essere raggiunto dai poveri e dai bisognosi .

                                                  
L'umanità dei poveri e dei bisognosi

            Una delle importanti esperienze personali per capire il mondo dei poveri, è stata per me, la visita a una baraccopoli (case dei poveri), quando facevo teologia.
            C'era un calzolaio, la cui famiglia viveva del reddito del suo lavoro, e aveva quattro figlie, due delle quali mentalmente fragili. Lui, padre di famiglia prese la tubercolosi e, a causa di dissesti economici e per povertà, aveva l'abitudine di venire al nostro convento a chiedere qualche aiuto. Eravamo abituati offrirgli qualcosa per la sua attività. Lui aveva l'abitudine di chiedere solo  quando gli mancava il denaro e di restituirlo quanto prima, appena avrebbe guadagnato abbastanza. Un giorno mentre stavamo distribuendo materiale edile per i poveri, abbiamo pensato a lui, domandandogli quante tegole di cocco aveva bisogno per coprire il tetto, ormai vecchio e danneggiato, della sua capanna. Disse che aveva necessità di 100 tegole. Il fratello, che distribuiva, gliene assegnò 125. Con nostra sorpresa ha tenuto 25 tegole separate e ha preso solo le cento che gli erano necessarie. Gli abbiamo chiesto perché lo ha fatto, la sua risposta fu : “Ho bisogno di sole 100 tegole, le altre  25 appartengono ad altri poveri, saranno utili per altri bisognosi".
La dignità e l'umanità di questo povero uomo erano davvero encomiabili.
Trascorso un po’ di tempo senza incontrarlo, andai a cercarlo e mi venne detto che era molto malato e che era stato ricoverato in un ospedale del governo. I dottori mi dissero che era molto anemico perché non mangiava da molti giorni. Gli chiesi perché non avesse chiesto aiuto e la sua risposta fu : "Non volevo darvi altri problemi, perché già mi state aiutando per la mia azienda, e sono molti quelli che hanno bisogno del vostro aiuto. "

            I poveri ci offrono esempi di saggezza di vita. Essi ci insegnano molte cose che nessuna università potrebbe insegnarci.
            Il vescovo Bruno Forte afferma: “La mia teologia, con la mia esperienza tra i poveri, diventa significativa e semplice. La Chiesa cattolica è piena di potenzialità e ha un buon futuro. E' la potenzialità del Vangelo. Noi dobbiamo stare con i poveri, non con la nostra ideologia, ma con la Parola di Dio” .
Tanto più oggi che siamo costantemente invitati dal nostro Papa Francesco ad andare alla “periferia” e trovare l'umile Dio, presente lì.
            L'amore e l'umiltà di Dio sono capaci di farmi diventare sensibile e semplice .
            Tutti coloro che, con il messaggio di amore di Cristo nei loro cuori hanno incontrato i poveri, si sono rinnovati e hanno iniziato una nuova vita .


Amore di Dio che mi spinge a raggiungere le persone meno gradite.

            "Beati i poveri perché di essi è il regno di Dio".
           
            I poveri non hanno nessuno su cui contare, tranne Dio. Essi sono dipendenti e semplici.
            Cerchiamo di far crescere il nostro interesse per il mondo dei poveri.
            Lasciate che la preoccupazione per loro occupi un po' del nostro tempo. Darà vero senso alla nostra vita e ci renderà più efficaci.
           
            Madre Teresa aveva questa saggezza. In mezzo ai poveri possiamo trovare il Dio nascosto e un significato che nessun altro possesso materiale potrebbe dare .
           
            Alcune persone hanno paura di incontrare i poveri e disprezzano la loro presenza.
            Le persone povere a volte ingannano e manipolano a motivo delle loro necessità e delle lotte per la vita.
            Come uomini di Dio siamo chiamati ad avere una misura speciale di compassione per meglio comprenderli.
            Una volta, un povero era venuto a chiedere nuovamente soldi, con la stessa bugia, e pieno risentimento perchè gli mancava il denaro per sfamare le sue due figlie; e un frate colpì quel povero uomo così duramente sul volto, vicino alle sue orecchie, che quel povero uomo divenne sordo.
            Una crudeltà che si commenta da sola: ma senz’altro anche per assenza di crescita personale e per mancanza di guarigione interiore.

            Siamo chiamati invece a guardare i poveri attraverso gli occhi compassionevoli di Gesù, un’esperienza questa che ci farà scoprire un meraviglioso mondo di significati e di amore.
            Gesù, unito profondamente a Dio Padre, ha una visione chiara sulla realtà della vita e sulla vicinanza ai poveri.
            Il Padre San Francesco ha trovato il senso della sua vita stando più vicino ai poveri,  ai bisognosi e ai lebbrosi che erano alla periferia .

                E ' venuto il nostro turno per fare questo passo e vivere questa esperienza.

            Se qualcuno dice di aver perso vigore e significato nella vita, invìtalo ad andare più vicino ai poveri e ai bisognosi. Ricupererà il senso perduto e lo scopo nella vita . Lasciamo che questo progetto diventi una realtà nella nostra vita .

            Apprezzo il buon lavoro svolto dalla comunità di Sant'Egidio per i poveri e la loro disponibilità a stare vicino ai poveri. E ' incredibile vedere il loro ministero tra i poveri e la facilità con cui si crea amicizia con i bisognosi . Tutte le volte che alcuni nostri fratelli sono andati tra loro sono stati toccati e ispirati . E' una bella esperienza essere con i poveri.
            Proviamo a fare l'esperienza di essere con i poveri e i bisognosi almeno una volta al mese. Sarà sicuramente illuminante per la nostra vita religiosa cappuccina. La ricorderemo e loderemo Dio!


Qualche suggerimento per provare.


Ø  Un buon cappuccino, in tutte i suoi programmi, progetti e feste, nelle sue parole, espressioni e nella preghiera, deve avere considerazione e dare spazio  ai poveri e ai bisognosi. Avere premure per i poveri e i bisognosi è buon indizio di spirito francescano. Ed è anche il modo attraverso il quale poter  incontrare il Dio umile.

Domande:

§  Avete poveri e bisognosi nelle vostre cerchie di amicizia?

§  Avete manifestato l'amore di Dio attraverso il vostro amore, la vostra vicinanza e la vostra generosità?

Con lo Spirito di Dio che agisce in noi, …  proviamo.
Lasciate che la gioia e la benedizione di essere con i poveri e i bisognosi riempi tutti noi durante questo Avvento !
Charles Alphonse & Jaime Rey

domenica 24 novembre 2013

La guarigione, Riconciliazione e Spiritualità

Settimana scorsa una signora mi ha telefonato dicendo di non essere in grado di perdonare il marito malato.
In questi anni è diventato irascibile a causa della malattia e sta creando gravi tensioni in famiglia.
Vivere accanto ad una persona così,  per questa donna, è una vera sfida.
Dalla sua conversazione si poteva capire che entrambi avevano bisogno di guarigione e di riconciliazione.
La sapienza di Dio, cha si riflette anche i percorsi dei counselig di psicologia, ci ricorda che tutti noi abbiamo bisogno di guarigione.
La memoria delle cicatrici del passato può trasformare il mio presente rendendolo insopportabile, modificare  il mio temperamento mutandolo in ostile e negativo
Sono tante le persone,  in ogni società, che trascorrono la loro vita appesantiti da tossine causate da eventi negativi del passato, con ferite che non guariscono, e che a loro volta possono far ammalare o avvelenare la vita togliendole ogni entusiasmo .
La Settimana di Riconciliazione a San Giovanni Rotondo è uno degli sforzi dell'Ordine Cappuccino per aiutare i fratelli e le sorelle impegnati in un servizio di cura spirituale, a diventare “guaritori … guariti”.
Il potere della Guarigione è un dono gratuito di Dio che Padre Pio ha vissuto e usato nel migliore dei modi.
La crescita di un “terapeuta dello spirito” fa parte di un cammino permanente .
Prima di guarire gli altri ho bisogno di una guarigione personale; perdonare le persone contro cui ho qualcosa e riconciliarmi con il mio passato.
Ricordiamoci che noi siamo chiamati da Dio  curare e guarire il prossimo, ed ogni francescano si suppone che sia un guaritore … guarito . Sono chiamato a compiere un vero e proprio viaggio spirituale crescendo in armonia con gli altri , la natura , me stesso e soprattutto con Dio .

Messaggio del Papa
Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni, questo il messaggio venuto da lui il 20 Novembre 2013 durante l'udienza generale a Roma, in Piazza San Pietro. Lo fa perché anche lui è ‘un peccatore’ e ha bisogno del perdono.
Ed è sempre necessario comunicarlo da parte della chiesa
E il Padre stesso che invita alla riconciliazione, dice il Papa Francesco.
Chiamando se stesso “peccatore”, Papa Francesco riafferma la profondità del sacramento della Confessione e della riconciliazione collegato ad esso. Ha parlato dei suoi incontri personali con il suo confessore dicendo: " sente le cose che io gli dico, me consiglia e mi perdona,perché tutti abbiamo bisogno di questo perdono”.
Ha anche ricordato il mandato che Dio ha dato ai suoi servitori a esercitare questo ministero nel suo nome
Secondo fr. Jaime Rey abbiamo bisogno di capire questo, dal punto di vista francescano .
Avendo, il nostro Padre San Francesco, sperimentato l'amore incondizionato di Dio e il perdono nella sua vita personale, Lui non smetterà mai di lodare Dio per la grazia della misericordia e inviterà i suoi fratelli a guardare con quegli stessi occhi compassionevoli e lo sguardo di Gesù, donando il perdono a chi ne ha bisogno.
In questo itinerario intendiamo considerare le benedizioni ricevute e perdonarci l'un l'altro .
Preghiamo per il buon esito della Settimana della Riconciliazione che si terrà a San Giovanni Rotondo da 25 a 29 Novembre 2013 col desiderio di condividerne le intuizioni e i risultati.


martedì 12 novembre 2013

La terza settimana internazionale della riconciliazione, sotto lo slogan: "Credo la remissione dei peccati"  se terrà a San Giovanni Rotondo tra il 25 e il 29 novembre di questo mese. Per una informazione più curata vedere la web del santuario www.conventosantuariopadrepio.it

sabato 28 settembre 2013

Formazione Permanente - Settembre 2013

Papa Francesco e preghiera per la pace mondiale


Il 7 Settembre 2013 persone della buona volontà da tutto il mondo sono uniti con il Papa Francesco a pregare per la pace nel mondo. Il particolare contesto era quello di pregare per la crisi siriana.
Vita di preghiera è diventata più pienamente vivi in quel giorno . E 'iniziato intorno alle 7 in Piazza San Pietro a Roma, Italia, dove circa cento mila persone si sono radunate a pregare con lui . E ' stata una grande esperienza di vedere persone di diversa nazionalità , etnie , religioni e lingue che si uniscono per pregare .
Tutti avevano uno scopo, come ho già detto , a pregare come una famiglia per la pace. E 'stata una grande occasione di sentire l'unicità e profonda fede . Si manifesta la forza della preghiera che può portare l' umanità a venire insieme nell'amore di Dio. Messaggio del Papa era molto potente e personale. Era paterno e aveva la capacità di conquistare i cuori della gente . Il suo cuore paterno ha parlato a migliaia di altri cuori di tutto il mondo .
Si potrebbe avere la sensazione di fiducia , il perdono e la guarigione . Quattro ore sono stati spesi per uno scopo che è quello di riunirsi per esprimere solidarietà e pregare . Abbiamo anche offerto a Dio la sofferenza , la lotta, il dolore , la perdita, rabbia e ogni emozione e pensieri di persone che soffrono e hanno sofferto simbolicamente attraverso il fuoco e incenso offerto. E 'il simbolo della purificazione e profonda passione per il cambiamento . Rosario e rituali pensati per onorare la Madonna ha aggiunto tocco materno . E 'stato bello vedere il Santo Padre Francesco rendere omaggio al suo cedere tutti i nostri sforzi a Dio attraverso la sua intercessione .
Potremmo dividere la nostra veglia di preghiera che il giorno in tre livelli : in primo luogo è stato quello di portare alla presenza di Dio, tutti i paesi dove c’è la guerra l'esperienza e la violenza li offrono con le loro realtà . I metodi di preghiera ( lode e adorazione , preghiera silenziosa , l'ascolto della Parola di Dio , offrendo le cose simboliche che rappresentano la nostra vita , l'adorazione eucaristica ) e canti liturgici ci hanno aiutato a rinunciare alla propria lotta di perdonare e riconciliare , di impotenza e rabbia . Si formò una sorta di preghiera universale in cui tutti noi avevamo la nostra parte per contribuire. Abbiamo avuto anche la preghiera di intercessione , dove specifica menzione dei nomi dei paesi , la sua gente , specialmente i bambini le cui vite sono in gioco e dei loro capi che hanno bisogno di saggezza e di guarigione . Il secondo è quello di offrire a chi bene voluto donne e gli uomini che sono coinvolti nel portare la pace , sollievo e di cambiamento . Offrendo grazie al Signore della vita e chiedendogli di rafforzare le loro menti, i cuori e le mani con il suo potere . Avrebbe potuto sicuramente inviato vibrazioni positive di guarigione e li influenzato . Il terzo è quello di pregare per la nostra intenzione personale e necessità di guarigione . Perché effettuiamo anche quelle ' caos ', come ha detto giustamente il Papa , che ci allontana da amore e fratellanza . Offrendo ai nostri situazioni di vita , le ferite, dolore, sofferenza, impotenza , rabbia, ricordi non cicatrizzate e la nostra stessa vita in modo che diventiamo persone di riconciliazione e di pace . Nel complesso è stato un momento di forza e di Piazza San Pietro era piena di presenza di Dio , il calore e la nuova speranza che questo mondo è pieno di armonia . L'impatto di tale incontro è stato sentito nel giro di due giorni, come ci era nuova iniziativa per risolvere la questione siriana senza usare la forza . Abbiamo solo bisogno di unire le mani più e più volte a prendere coscienza della nostra unità e lavorare insieme per lasciare che la colomba della pace, trovare una dimora nei nostri cuori .


PAROLE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Sagrato della Basilica Vaticana
Sabato, 7 settembre 2013

«Dio vide che era cosa buona» (Gen 1,12.18.21.25). Il racconto biblico dell’inizio della storia del mondo e dell’umanità ci parla di Dio che guarda alla creazione, quasi la contempla, e ripete: è cosa buona. Questo, carissimi fratelli e sorelle, ci fa entrare nel cuore di Dio e, proprio dall’intimo di Dio, riceviamo il suo messaggio.
Possiamo chiederci: che significato ha questo messaggio? Che cosa dice questo messaggio a me, a te, a tutti noi?
1. Ci dice semplicemente che questo nostro mondo nel cuore e nella mente di Dio è la “casa dell’armonia e della pace” ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi “a casa”, perché è “cosa buona”. Tutto il creato forma un insieme armonioso, buono, ma soprattutto gli umani, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, sono un’unica famiglia, in cui le relazioni sono segnate da una fraternità reale non solo proclamata a parole: l’altro e l’altra sono il fratello e la sorella da amare, e la relazione con Dio che è amore, fedeltà, bontà, si riflette su tutte le relazioni tra gli esseri umani e porta armonia all’intera creazione. Il mondo di Dio è un mondo in cui ognuno si sente responsabile dell’altro, del bene dell’altro. Questa sera, nella riflessione, nel digiuno, nella preghiera, ognuno di noi, tutti pensiamo nel profondo di noi stessi: non è forse questo il mondo che io desidero? Non è forse questo il mondo che tutti portiamo nel cuore? Il mondo che vogliamo non è forse un mondo di armonia e di pace, in noi stessi, nei rapporti con gli altri, nelle famiglie, nelle città, nelle e tra le nazioni? E la vera libertà nella scelta delle strade da percorrere in questo mondo non è forse solo quella orientata al bene di tutti e guidata dall’amore?
2. Ma domandiamoci adesso: è questo il mondo in cui viviamo? Il creato conserva la sua bellezza che ci riempie di stupore, rimane un’opera buona. Ma ci sono anche “la violenza, la divisione, lo scontro, la guerra”. Questo avviene quando l’uomo, vertice della creazione, lascia di guardare l’orizzonte della bellezza e della bontà e si chiude nel proprio egoismo.
Quando l’uomo pensa solo a sé stesso, ai propri interessi e si pone al centro, quando si lascia affascinare dagli idoli del dominio e del potere, quando si mette al posto di Dio, allora guasta tutte le relazioni, rovina tutto; e apre la porta alla violenza, all’indifferenza, al conflitto. Esattamente questo è ciò che vuole farci capire il brano della Genesi in cui si narra il peccato dell’essere umano: l’uomo entra in conflitto con se stesso, si accorge di essere nudo e si nasconde perché ha paura (Gen 3,10), ha paura dello sguardo di Dio; accusa la donna, colei che è carne della sua carne (v. 12); rompe l’armonia con il creato, arriva ad alzare la mano contro il fratello per ucciderlo. Possiamo dire che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? Possiamo dire questo: che dall’armonia si passa alla “disarmonia”? No, non esiste la “disarmonia”: o c’è armonia o si cade nel caos, dove è violenza, contesa, scontro, paura…
Proprio in questo caos è quando Dio chiede alla coscienza dell’uomo: «Dov’è Abele tuo fratello?». E Caino risponde: «Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). Anche a noi è rivolta questa domanda e anche a noi farà bene chiederci: Sono forse io il custode di mio fratello? Sì, tu sei custode di tuo fratello! Essere persona umana significa essere custodi gli uni degli altri! E invece, quando si rompe l’armonia, succede una metamorfosi: il fratello da custodire e da amare diventa l’avversario da combattere, da sopprimere. Quanta violenza viene da quel momento, quanti conflitti, quante guerre hanno segnato la nostra storia! Basta vedere la sofferenza di tanti fratelli e sorelle. Non si tratta di qualcosa di congiunturale, ma questa è la verità: in ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti! E anche oggi continuiamo questa storia di scontro tra i fratelli, anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello. Anche oggi ci lasciamo guidare dagli idoli, dall’egoismo, dai nostri interessi; e questo atteggiamento va avanti: abbiamo perfezionato le nostre armi, la nostra coscienza si è addormentata, abbiamo reso più sottili le nostre ragioni per giustificarci. Come se fosse una cosa normale, continuiamo a seminare distruzione, dolore, morte! La violenza, la guerra portano solo morte, parlano di morte! La violenza e la guerra hanno il linguaggio della morte!
Dopo il caos del Diluvio, ha smesso di piovere, si vede l’arcobaleno e la colomba porta un ramo di ulivo. Penso anche oggi a quell’ulivo che i rappresentanti delle diverse religioni abbiamo piantato a Buenos Aires, in Plaza de Mayo, nel 2000, chiedendo che non ci sia più il caos, chiedendo che non ci sia più guerra, chiedendo pace.
3. E a questo punto mi domando: E’ possibile percorrere la strada della pace? Possiamo uscire da questa spirale di dolore e di morte? Possiamo imparare di nuovo a camminare e percorrere le vie della pace? Invocando l’aiuto di Dio, sotto lo sguardo materno della Salus populi romani, Regina della pace, voglio rispondere: Sì, è possibile per tutti! Questa sera vorrei che da ogni parte della terra noi gridassimo: Sì, è possibile per tutti! Anzi vorrei che ognuno di noi, dal più piccolo al più grande, fino a coloro che sono chiamati a governare le Nazioni, rispondesse: Sì, lo vogliamo! La mia fede cristiana mi spinge a guardare alla Croce. Come vorrei che per un momento tutti gli uomini e le donne di buona volontà guardassero alla Croce! Lì si può leggere la risposta di Dio: lì, alla violenza non si è risposto con violenza, alla morte non si è risposto con il linguaggio della morte. Nel silenzio della Croce tace il fragore delle armi e parla il linguaggio della riconciliazione, del perdono, del dialogo, della pace. Vorrei chiedere al Signore, questa sera, che noi cristiani e i fratelli delle altre Religioni, ogni uomo e donna di buona volontà gridasse con forza: la violenza e la guerra non è mai la via della pace! Ognuno si animi a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore, vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello - penso ai bambini: soltanto a quelli… - guarda al dolore del tuo fratello, e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! Finisca il rumore delle armi! La guerra segna sempre il fallimento della pace, è sempre una sconfitta per l’umanità. Risuonino ancora una volta le parole di Paolo VI: «Non più gli uni contro gli altri, non più, mai!... non più la guerra, non più la guerra!» (Discorso alle Nazioni Unite, 4 ottobre 1965:AAS 57 [1965], 881). «La pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità» (Messaggio per Giornata Mondiale della pace 1976: AAS 67 [1975], 671). Fratelli e sorelle, perdono, dialogo, riconciliazione sono le parole della pace: nell’amata Nazione siriana, nel Medio Oriente, in tutto il mondo! Preghiamo, questa sera, per la riconciliazione e per la pace, lavoriamo per la riconciliazione e per la pace, e diventiamo tutti, in ogni ambiente, uomini e donne di riconciliazione e di pace. Così sia.

lunedì 6 maggio 2013

Ai nostri frati in formazione



Dal Segretariato Generale della Formazione un saluto a tutti i fratelli in formazione iniziale.

Cari fratelli, voi siete il futuro dell'Ordine e la vostra testimonianza e il vostro impegno per la vita, rende questo mondo più pieno di senso. Ogni volta che vi visitiamo nel nome del nostro Ministro Generale Fr. Mauro e suo Definitorio, la nostra speranza e il nostro entusiasmo si rinnovano. Vogliamo condividere con voi il messaggio che il nostro Papa Francesco ha detto in piazza San Pietro il 28 aprile scorso ad un gruppo di giovani che si preparava a ricevere il Sacramento della Cresima:
E’ un invito che rivolgo a voi cresimandi e cresimande e a tutti: rimanete saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore. Qui sta il segreto del nostro cammino! Lui ci dà il coraggio di andare controcorrente. Sentite bene, giovani: andare controcorrente; questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio per andare controcorrente e Lui ci dà questo coraggio! Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l’amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Questo anche e soprattutto se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, perché Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione e perdono al nostro peccato. E’ tanto misericordioso il Signore: sempre, se andiamo da Lui, ci perdona.  Abbiamo fiducia nell’azione di Dio! Con Lui possiamo fare cose grandi; ci farà sentire la gioia di essere suoi discepoli, suoi testimoni. Scommettete sui grandi ideali, sulle cose grandi. Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocate la vita per grandi ideali, giovani!
Novità di Dio, tribolazione nella vita, saldi nel Signore. Cari amici, spalanchiamo la porta della nostra vita alla novità di Dio che ci dona lo Spirito Santo, perché ci trasformi, ci renda forti nelle tribolazioni, rafforzi la nostra unione con il Signore, il nostro rimanere saldi in Lui: questa è una vera gioia!  Così sia.

Questo è un messaggio che incoraggia tutti i nostri giovani fratelli. Voi avete il potenziale per portare nuove brezze nella nostra fraternità Cappuccina attraverso la vostra vita creativa e piena di significato. Mentre ci sforziamo di conoscere le nostre radici francescane, come il nostro Papa ci ha invitato, dobbiamo spalancare le porte dei nostri cuori e le nostre menti alle nuove strade che Dio, attraverso la forza dello Spirito Santo, ci offre. Che il sogno del nostro Padre Francesco d’Assisi si realizzi attraverso i vostri nuovi contributi. Ora è il momento di effettuare un intenso lavoro interiore per guarire le nostre ferite del passato attraverso la forza spirituale che ci dà l'esperienza della memoria di Cristo. Nel nostro Padre San Francesco, un uomo sempre alla ricerca e in costante atteggiamento di crescita, noi possiamo trovare ancora tante risposte. Lui ci invita a prendere responsabilità del nostro cammino. Insieme ai vostri formatori, anche noi vogliamo essere vicini a tutti voi e pronti per tutto ciò di cui avete bisogno. Vi auguriamo tutto ogni bene cari fratelli.

mercoledì 17 aprile 2013

Pace e bene!
Un augurio a tutti voi perchè questo tempo di Pasqua sia un davvero un momento di rinnovamento per la nostra vita.

Il Papa Francesco ci ha detto che non dobbiamo perdere la speranza che è in noi. L'amore deve essere la lingua per lanciare la nostra comunicazione e dare consistenza alla nostra vita. La potenza della risurrezione di Cristo è in noi, e ci offre sempre la possibilità di iniziare una nuova vita, condivisa anche con gli altri, soprattutto i più bisognosi. Buona Pasqua! Che lo Spirito di Pentecoste riempia tutta la nostra esistenza.

Il Ministro Generale, fr. Mauro Jöhri con il suo Definitorio, ci invita ancora una volta a essere in costante tensione formativa. Subito davanti a noi si presenta il compito di dare avvio a una ratio formationis per tutto l'Ordine. È un lavoro che dobbiamo fare insieme gradualmente nel corso dei prossimi sei anni. Per questo abbiamo pensato a dei nuovi programmi di formazione per incoraggiarci vicendevolmente e che ci permettano di essere in mezzo a voi. Alcuni di questi nostri obiettivi sono: lo sviluppo della ratio formationis senza perdere di vista i diversi livelli di riflessione; lo svolgimento di programmi d’animazione per la formazione iniziale e permanente (alcuni dei quali si svolgeranno nelle proprie circoscrizioni); stabilire contatti regolari con le case di formazione e con i frati dell'Ordine attraverso il nostro sito web; tenere un collegamento con i fratelli che sono coinvolti in ministeri speciali in tutto il mondo, mediante la creazione di reti tra i vari centri di animazione dell'Ordine.

Attraverso queste righe, inoltre, noi del Segretariato Generale della Formazione (SGF), vogliamo cogliere l'occasione per ringraziare quelli che ci hanno preceduto in questo servizio, e precisamente, i fratelli Rocco Timpano e Marek Miszczyński. Li ringraziamo in particolar modo per il lavoro svolto e le loro iniziative sviluppate negli ultimi anni. Dio vi ricompensi Fratelli per il bene seminato!

Ci teniamo in contatto.