Cari Fratelli,
Siamo nel tempo di Avvento e le
letture del Vangelo ci invitano ad essere pronti, vigilanti e in attesa.
Prepariamoci, cercando di approfondire il Mistero della Rivelazione di Dio
nella realtà umana.
Vorremmo qui ricordare il pensiero
di San Bonaventura sul mistero dell’Incarnazione, alla luce dell'umiltà di Dio.
L'umiltà di Dio si intreccia con
l'Incarnazione. Bonaventura vede l'umiltà di Dio attraverso le parole del
Vangelo di Giovanni " il Verbo si fece carne " (Gv 1,14).
Contemplando il mistero dell’Incarnazione, Bonaventura dice , Dio si china per
abbracciarci nel suo amore.
Potremmo dire che il “cognome” di Dio è: “Mondo” . E il suo “nome” è Amore: o meglio, potremmo dire,
“Amore umile” .
Questa intuizione trova una
sorgente, ancora ispirante, in San Francesco per il quale, la principale
esperienze di Dio, è la sua “umiltà”.
Francesco ha incontrato Cristo sulla
croce: povero, umile e abbandonato .
Questa umile presenza è ancora viva
in mezzo a noi nell'Eucaristia, e tra i poveri e bisognosi che incontriamo .
Tutto ciò è evidente nella vita dei
santi mistici che hanno colto nell'Amore la ragion d’essere sia per la
creazione che per l'Incarnazione.
Ed è così lampante nell’umiltà di
Dio!
Come concretizzare questo nella nostra realtà ?
Se Dio, nel suo amore per noi, si
china, in e attraverso Cristo umile, allora noi che siamo piccole
"parole", dobbiamo chinarci nell’amore gli uni verso gli altri e nei
confronti di tutta la creazione. Dobbiamo praticare l'umiltà di Dio nel nostro
mutevole, complesso e frammentato mondo, tante volte così insensibile. (cf:
Ilia Delio, The Humility of God: A
Franciscan Perspective, St. Antony Messenger Press, Ohio, 2005, 3-13).
In questo contesto
dovremmo anche fare chiarezza dentro di noi riguardo al mondo dei poveri e alle
paure che abbiamo a volte nei loro confronti. La meditazione sulla umiltà di
Dio può togliere la paura dei poveri e rendermi semplicemente un fratello, che
può essere raggiunto dai poveri e dai bisognosi .
L'umanità dei poveri e dei bisognosi
Una delle importanti esperienze
personali per capire il mondo dei poveri, è stata per me, la visita a una
baraccopoli (case dei poveri), quando facevo teologia.
C'era un calzolaio, la cui famiglia
viveva del reddito del suo lavoro, e aveva quattro figlie, due delle quali
mentalmente fragili. Lui, padre di famiglia prese la tubercolosi e, a causa di
dissesti economici e per povertà, aveva l'abitudine di venire al nostro
convento a chiedere qualche aiuto. Eravamo abituati offrirgli qualcosa per la
sua attività. Lui aveva l'abitudine di chiedere solo quando gli mancava il denaro e di restituirlo
quanto prima, appena avrebbe guadagnato abbastanza. Un giorno mentre stavamo
distribuendo materiale edile per i poveri, abbiamo pensato a lui, domandandogli
quante tegole di cocco aveva bisogno per coprire il tetto, ormai vecchio e
danneggiato, della sua capanna. Disse che aveva necessità di 100 tegole. Il
fratello, che distribuiva, gliene assegnò 125. Con nostra sorpresa ha tenuto 25
tegole separate e ha preso solo le cento che gli erano necessarie. Gli abbiamo
chiesto perché lo ha fatto, la sua risposta fu : “Ho bisogno di sole 100
tegole, le altre 25 appartengono ad
altri poveri, saranno utili per altri bisognosi".
La dignità e
l'umanità di questo povero uomo erano davvero encomiabili.
Trascorso un po’ di
tempo senza incontrarlo, andai a cercarlo e mi venne detto che era molto malato
e che era stato ricoverato in un ospedale del governo. I dottori mi dissero che
era molto anemico perché non mangiava da molti giorni. Gli chiesi perché non
avesse chiesto aiuto e la sua risposta fu : "Non volevo darvi altri
problemi, perché già mi state aiutando per la mia azienda, e sono molti quelli
che hanno bisogno del vostro aiuto. "
I poveri ci offrono esempi di
saggezza di vita. Essi ci insegnano molte cose che nessuna università potrebbe
insegnarci.
Il vescovo Bruno Forte afferma: “La
mia teologia, con la mia esperienza tra i poveri, diventa significativa e
semplice. La Chiesa cattolica è piena di potenzialità e ha un buon futuro. E'
la potenzialità del Vangelo. Noi dobbiamo stare con i poveri, non con la nostra
ideologia, ma con la Parola di Dio” .
Tanto più oggi che
siamo costantemente invitati dal nostro Papa Francesco ad andare alla
“periferia” e trovare l'umile Dio, presente lì.
L'amore e l'umiltà di Dio sono
capaci di farmi diventare sensibile e semplice .
Tutti coloro che, con il messaggio
di amore di Cristo nei loro cuori hanno incontrato i poveri, si sono rinnovati
e hanno iniziato una nuova vita .
Amore di Dio che mi spinge a raggiungere le persone meno gradite.
"Beati i poveri perché di essi
è il regno di Dio".
I poveri non hanno nessuno su cui
contare, tranne Dio. Essi sono dipendenti e semplici.
Cerchiamo di far crescere il nostro
interesse per il mondo dei poveri.
Lasciate che la preoccupazione per
loro occupi un po' del nostro tempo. Darà vero senso alla nostra vita e ci
renderà più efficaci.
Madre Teresa aveva questa saggezza.
In mezzo ai poveri possiamo trovare il Dio nascosto e un significato che nessun
altro possesso materiale potrebbe dare .
Alcune persone hanno paura di
incontrare i poveri e disprezzano la loro presenza.
Le persone povere a volte ingannano
e manipolano a motivo delle loro necessità e delle lotte per la vita.
Come uomini di Dio siamo chiamati ad
avere una misura speciale di compassione per meglio comprenderli.
Una volta, un povero era venuto a
chiedere nuovamente soldi, con la stessa bugia, e pieno risentimento perchè gli
mancava il denaro per sfamare le sue due figlie; e un frate colpì quel povero
uomo così duramente sul volto, vicino alle sue orecchie, che quel povero uomo
divenne sordo.
Una crudeltà che si commenta da
sola: ma senz’altro anche per assenza di crescita personale e per mancanza di
guarigione interiore.
Siamo chiamati invece a guardare i
poveri attraverso gli occhi compassionevoli di Gesù, un’esperienza questa che
ci farà scoprire un meraviglioso mondo di significati e di amore.
Gesù, unito profondamente a Dio
Padre, ha una visione chiara sulla realtà della vita e sulla vicinanza ai
poveri.
Il Padre San Francesco ha trovato il
senso della sua vita stando più vicino ai poveri, ai bisognosi e ai lebbrosi che erano alla periferia
.
E ' venuto il nostro turno per fare questo passo e
vivere questa esperienza.
Se qualcuno dice di aver perso
vigore e significato nella vita, invìtalo ad andare più vicino ai poveri e ai
bisognosi. Ricupererà il senso perduto e lo scopo nella vita . Lasciamo che
questo progetto diventi una realtà nella nostra vita .
Apprezzo il buon lavoro svolto dalla
comunità di Sant'Egidio per i poveri e la loro disponibilità a stare vicino ai
poveri. E ' incredibile vedere il loro ministero tra i poveri e la facilità con
cui si crea amicizia con i bisognosi . Tutte le volte che alcuni nostri
fratelli sono andati tra loro sono stati toccati e ispirati . E' una bella
esperienza essere con i poveri.
Proviamo a fare l'esperienza di
essere con i poveri e i bisognosi almeno una volta al mese. Sarà sicuramente
illuminante per la nostra vita religiosa cappuccina. La ricorderemo e loderemo
Dio!
Qualche suggerimento per provare.
Ø Un buon cappuccino, in tutte i suoi programmi, progetti e feste, nelle sue
parole, espressioni e nella preghiera, deve avere considerazione e dare
spazio ai poveri e ai bisognosi. Avere
premure per i poveri e i bisognosi è buon indizio di spirito francescano. Ed è
anche il modo attraverso il quale poter
incontrare il Dio umile.
Domande:
§ Avete poveri e bisognosi nelle vostre cerchie di amicizia?
§ Avete manifestato l'amore di Dio attraverso il vostro amore, la vostra
vicinanza e la vostra generosità?
Con lo Spirito di
Dio che agisce in noi, … proviamo.
Lasciate che la
gioia e la benedizione di essere con i poveri e i bisognosi riempi tutti noi
durante questo Avvento !
Charles Alphonse & Jaime Rey
Nessun commento:
Posta un commento